L’efficienza di un’organizzazione non dipende soltanto da aspetti come la quantità di forza-lavoro o dalle competenze dei membri, ma anche dal grado di piacere che si sperimenta nel lavorare. In questo panorama, che si allontana dalla prevenzione della malattia per avvicinarsi alla promozione della salute, è importante a analizzare e promuovere il benessere organizzativo perché in un’organizzazione caratterizzata da un livello di benessere adeguato, le persone lavorano meglio, scambiano maggiori informazioni e lavorano in trasparenza, con ripercussioni positive sulla produttività.
Si può parlare di benessere in un’organizzazione quando questa è capace di produrre e supportare il benessere psicofisico e relazionale degli individui al lavoro. Il benessere individuale, a sua volta, concorre a generare benessere organizzativo, creando un circolo virtuoso grazie, ad esempio, a degli spazi architettonici di qualità, ad un ambiente sicuro e piacevole, ad un clima sereno.
A tal fine è importante anche che l’area dirigenziale sia in grado di comunicare in modo chiaro agli altri membri, che devono essere valorizzati per le competenze e il valore aggiunto che portano nell’organizzazione, per le loro caratteristiche individuali.
Un’organizzazione sana è aperta all’esterno, all’innovazione e al cambiamento, è in grado di costruire aggiustamenti e riorganizzarsi in funzione dell’ambiente, che considera come una risorsa per il proprio miglioramento. Quando un’organizzazione è in salute, di conseguenza, il lavoro diventa più agevole, le decisioni più rapide, la comunicazione più efficace, gli obiettivi più facilmente perseguibili.