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Archivi tag: psicologia

29 Mag 2019

Dopo decenni di studi l’OMS ha riconosciuto lo stress da lavoro o da disoccupazione (burn out) come sindrome e ha fornito le linee guida per la diagnosi.  Il burnout (ne aveva parlato Marco Vitiello in un’intervista)  è un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuto alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato nel contesto lavorativo. Il termine burnout, in inglese, significa proprio “bruciarsi”.

Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger in uno studio del 1974. Da lì si è parlato di burnout soprattutto per le “professioni di aiuto” in ambito socio-psico-sanitario: medici, infermieri, caregiver, psicologi e tutte quelle persone che si occupano di assistenza o che sono a contatto quotidianamente con la sofferenza.

La definizione dell’OMS burnout parla di “una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”. Tre le caratteristiche principali: “mancanza energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinismo legati al lavoro, diminuzione dell’efficacia professionale”.

Per la prima volta, quindi, il burn out viene incluso nell’elenco ICD-11 (International Classification of Diseases) che entrerà in vigore dal 2022 e fa riferimento specificamente ai fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita.

L’Oms, infatti, oltre a delimitare l’ambito al contesto lavorativo ha anche specificato che il burn out può essere diagnosticato solo dopo aver escluso altri disturbi come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o la depressione che possono avere dei sintomi simili.

Cosa cambia con questo importante riconoscimento?

Prima di questo importante riconoscimento le situazioni di stress da lavoro venivano considerate fuori dai rischi tabellati e in caso di vertenze (e relativi risarcimenti) non c’erano riferimenti specifici e il percorso di valutazione/valorizzazione del danno risultava tortuoso.
Negli ultimi anni, da quando si parla in maniera più chiara dei rischi psicosociali sul lavoro e da quando lo stress lavoro-correlato è entrato in maniera sistematica nelle valutazioni relative alla sicurezza e salute del lavoro, si registra un cambiamento.
Nelle dispute tra aziende e lavoratori, aumentano le sentenze a favore dei lavoratori: il diritto alla salute (Articolo 32, Costituzione) viene prima delle logiche di profitto. Viviamo un passaggio culturale importante in cui da una parte continuano le logiche produttive con obiettivi pressanti e contesti stressogeni, dall’altra si fa sempre più forte l’attenzione maggiore al benessere organizzativo e al work-life balance. Anche il welfare aziendale si sta orientando verso il benessere del singolo lavoratore, che diventa benessere (e profitto) per tutta l’organizzazione. (e non solo un dispositivo di sgravio fiscale).
Gli psicologi del lavoro delle organizzazioni lavorano proprio in questo spazio tra la tutela e l’intervento sul lavoratore e il supporto all’organizzazione per prevenire e gestire lo stress. Questo riconoscimento dell’OMS diventa un riferimento ufficiale e solido a sostegno di queste attività legate al benessere lavorativo.
12 Mar 2019
20 Set 2018
14 Dic 2017

Dal 1 Dicembre è disponibile presso lo store ebookecm.it il nostro primo e-book ECM. L’e-book nasce dall’esperienza di un corso in aula progettato e realizzato da Studio Saperessere con la Dottoressa Monica Napoleone. La partnership con un editore scientifico internazionale come Springer Healthcare Italy ha portato, in seguito, alla realizzazione di questo e-book e al suo accreditamento ECM.

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Corso Base di Psiconcologia

La Psiconcologia è una disciplina di confine tra l’Oncologia, la Psicologia e la Psichiatria e ha come obiettivo l’attenzione costante alla qualità di vita del malato oncologico e della sua famiglia. Negli ultimi anni molte ricerche hanno dimostrato l’efficacia dell’intervento della Psiconcologia e grazie a ciò è cresciuta in tutto il mondo l’attenzione al “dolore psicologico”, causato dalla malattia.

L’e-book fornisce la conoscenza della psiconcologia attraverso la storia, lo sviluppo delle ricerche e gli strumenti utili per un intervento, tenendo soprattutto conto dei bisogni che ogni fase della vita richiede.

Gli argomenti trattati sono i seguenti:

  • Storia e stato dell’arte della Psiconcologia
  • Modelli d’intervento e ricerca
  • Reazioni psicologiche alla scoperta della malattia
  • Il cancro nell’età evolutiva, negli adulti e nel sistema famiglia
  • Il cancro negli adolescenti
  • Diritti dei pazienti oncologici

Autore
A cura della Dott.ssa Monica Napoleone 

Editore
Springer Healthcare Italia

Crediti ECM
5

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Presso il centro formazione di Studio Saperessere - Circonvallazione Ostiense, 80 - Roma

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24 Nov 2017

Cosa spinge le persone a comprare
anche senza un bisogno reale?

Il nostro Marco Vitiello, intervistato da Wired, spiega come spesso i sentimenti di rivalsa, di competizione e il bisogno di fare gruppo sono una spiegazione agli acquisti compulsivi e impulsivi dei consumatori.

Offerte. Offerte. Offerte. Un mantra che, a meno che non vi troviate in ritiro su Marte, si ripete da giorni. Come d’abitudine quando si avvicina il Black Friday, l’inizio delle tradizionali spese natalizie Oltreoceano, ma da qualche tempo una consuetudine anche nostrana, all’indomani del Giorno del ringraziamento. Una consuetudine che, non di rado, si concretizza in file lunghissime, acquisti compulsivi e maratone davanti al computer. Soprattutto virtuali, anche alla luce degli ultimi dati diffusi in materia, che mostrano le vendite e le intenzioni di acquisto durante il Black Friday nei negozi in picchiata, e gli acquisti online in opposta tendenza. Secondo alcuni, come anticipavamo, le corse e la smania da Black Friday e relativo Cyber Monday potrebbero scemare negli anni a venire, complici certo anche iniziate competitor. Ma che l’immagine delle code davanti al cento commerciale o negozio venga sostituita con quella delle alzatacce davanti al pc, vien da chiedersi, cos’è che in occasioni così spinge i consumatori a comprare, spesso anche senza un reale bisogno? Cosa accade da un punto di vista psicologico e come è possibile spiegare le sgomitate, le corse lungo le corsie dei centri commerciali all’ultimo prodotto?

Negli anni sono diversi gli psicologi che si sono interrogati sul tema e hanno abbozzato alcune possibili risposte, chiamando in causa concetti diversi per tentare di dare spiegazioni.

Da quello di riconoscimento identitario nell’atto dell’acquisto, alla competizione, al sentimento di rivalsa, di partecipazione e appartenenza– aderendo a iniziative come queste – a un gruppo.

Noi ne abbiamo parlato con Marco Vitiello, coordinatore del gruppo tecnico di Psicologia del lavoro dell’Ordine degli psicologi del Lazio.

Posso anche io

Se tradizionalmente i brand cercano di giocare sul livello di bisogno degli utenti in un piano funzionale, legato al concetto di utilità – che comunque chiama in causa il anche quelli di status symbol e il riconoscimento identitario – nel caso di sconti e promozioni eccezionali questo modello cambia, racconta Vitiello: “In questo caso il marketing, perché di questo si tratta, agisce su un livello di bisogno non legato a un prodotto, ma stimola un sentimento di rivalsa rispetto a una percezione di non equità nei confronti di marche o prodotti di un certo tipo”.

Le promozioni, specie quelle in momenti di crisi, di difficoltà lavorative, funzionano, secondo lo psicologo come delle leve, veicolando il concetto di occasione, accompagnato dall’idea “posso permettermelo anche io adesso”, “posso accaparrarmi questo finalmente al prezzo giusto”. “Tendenzialmente, ma non in senso assoluto, chi si trova in condizioni più svantaggiate percepisce di più questo momento, come l’occasione per permettersi qualcosa che altrimenti non potrebbe, per avere accesso a qualcosa in altri momenti preclusa”, puntualizza Vitiello.

Faccio gruppo

Strettamente correlato al concetto di occasione, all’idea dell’”anch’io posso”, è il concetto di partecipazione che si scatena in momenti di grandi offerte. “Eventi come il Back Friday stimolano la necessità di far parte di un movimento, e il concetto di socialità attecchisce molto, specie tra le generazioni più giovani – va avanti Vitiello – contribuendo a sentirsi alla moda”.

C’è però poi almeno anche un altro fattore, vicino a questo. Secondo Kit Yarrow, specialista in psicologia dei consumi della Golden Gate Univeristy, chi decide di mettersi in fila fuori da un negozio o un centro commerciale in occasione del Black Friday non lo fa sempre con l’idea di fare affari né puramente secondo l’idea di fare gruppo. In gioco entrano anche altri aspetti, che mescolano le tradizioni, l’idea di famiglia e il piacere di stareinsieme“Le persone fanno acquisti perché è quello che hanno sempre fatto. C’è un forte elemento legato alla tradizione”, ha spiegato su Popular Science Yarrow, “Alcune persone hanno veramente fatto questo ogni anno da quando erano piccole… A volte lo shopping è l’unica cosa su cui andare d’accordo. È qualcosa che tutti possono fare”. In teoria.

Voglio vincere

Le dinamiche del Black Friday, ma anche del Cyber Monday o del Prime Dayhanno in comune il fatto che si consumano in periodi di tempo limitato. Ma non solo. Sono molto spesso legati anche al concetto di scarsità“Quando gli essere umani devono soddisfare un bisogno, qualsiasi esso sia, vanno in competizione con la massa, e il marketing lo sa benissimo”, riprende Vitiello. Il concetto di scarsità è un principio persuasivo importante sulle persone, come quello legato a disponibilità ridotta di tempo, che insieme possono inasprire il meccanismo di convincimento prima e poi di accaparramento. “Quando un prodotto è limitato scatta il meccanismo della competizione, per vincere ed essere protagonisti non solo della gara ma anche di quel sentimento di rivalsa di cui parlavamo”, spiega Vitiello.

Anche Bridget Nichols, professore di Marketing and Sports Business alla Northern Kentucky University, sul New York Times spiega come eventi di promozione trasformano il mondo dei consumi in una competizione in cui c’è chi vince e chi perde. Una competizione che si rinforza nel momento in cui l’evento del Black Friday – o simili – venga condiviso con amici e parenti, e che acquisisce anche il sapore del bonding, del legame dato dal fare qualcosa insieme per uno scopo. Questo atteggiamento, spiega Nichols, potrebbe anche spiegare i cattivi comportamenti, come lo scippo di merci da carrelli altrui e il contendersi di un prodotto. Che una volta acciuffato diventa così una sorta di trofeo simbolico, per dirla secondo Tomas Chamorro-Premuzic, professore di business psychology all’University College London, intervenuto su Guardian in materia di acquisti impulsivi.

Marco Vitiello
Amministratore unico di Studio Saperessere

Coordinatore GdL Psicologia del Lavoro – Ordine degli Psicologi del Lazio
Docente Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Facoltà di Medicina e Psicologia – Professioni Sanitarie – Università “Sapienza” – Roma

15 Lug 2015
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