Professor Vitiello, i consumatori rischiano di fare acquisti senza averne davvero bisogno?
Bravissimo. È proprio questo il problema perché se una persona ha bisogno di una cosa, anche rispetto al servizio che abbiamo appena visto, sta attento a questi dettagli come ha fatto il vostro inviato. Invece se è travolto da altri bisogni che le aziende, chiaramente sanno come muovere, rischia di rimanere comunque nella morsa perché è una moda. Anche i giovani su questo sono molto target. E soprattutto è anche un sentimento di rivalsa. Adesso posso comprare anch’io questa cosa inaccessibile quindi si agisce su questo livello di, appunto, stato sociale. Finalmente me lo accaparro, anche se non ne ho veramente bisogno. Questo è un po’ il rischio. E poi Friday, un giorno quindi, un principio come dire oggi o mai più. Quelle scene, lì è proprio livello di competizione umana, scatta anche la violenza alle volte.
Professor Vitiello ma non è che per caso noi abbiamo bisogno di avere uno sconto per entrare in negozio. Ormai la crisi ci tiene lontani dal negozio e quindi la parola sconto ci richiama dentro un’attività commerciale, dentro un circuito di acquisto dentro il quale forse non ci saremmo normalmente, visti i tempi che viviamo.
Assolutamente sì, perché poi, in teoria, i saldi e gli sconti sono tutti regolamentati ma queste finestre si aprono sempre di più e sembrerebbe che alla fine c’è sempre disponibilità di sconti. Quindi, in questo senso, l’appartenenza, essere dentro il circo è più forte anche della necessità vera e propria, quindi starci è inevitabile. Le persone si vogliono buttare.
Addirittura è un circo che smentisce se stesso, lo abbiamo visto prima nel servizio. Il Black Friday e il Fake Friday cioè il venerdì nero e il venerdì finto, è come se avessimo bisogno di dire e di contraddirci continuamente per inseguire l’offerta più conveniente.
Assolutamente sì, questo è anche un altro principio che le aziende conoscono bene e quindi in questa confusione, alla fine, l’utente è più, perdonate, manipolabile.
I prezzi dinamici. Quando comprare cosa, secondo il giorno della settimana. Vediamo: lunedì insomma è meglio non comprare nulla, mi sembra di capire, martedì biglietti aerei e biglietti dei concerti, mercoledì le scarpe da donna oppure uno smartphone, giovedì dei passeggini, venerdì scarpe da uomo e lavatrici, un salto, come dire, sociologico non male, sabato i televisori lunedì e domenica, professor Vitiello, niente. Allora dove ci indirizziamo. Perché addirittura ci sono dei giorni in cui bisogna comprare delle cose particolari. Anche questo è un po un metterci dentro una gabbia, almeno dal punto di vista dell’agenda.
Certo, diamo un consiglio al consumatore. È importante questo poi, anche in generale, se il bisogno non ce l’hai quel giorno e magari ne ho uno che mi converrebbe fare il martedì ma è già passato, aspetta una settimana a fare l’acquisto. Perché ripeto c’è questa impulsività di appartenere a questo circo di sconti quindi attenzione a questo. Chiaramente gli algoritmi sono anche medie statistiche e non è detto che riguardano l’individuo, proprio io personalmente.