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Archivi tag: Marco Vitiello

25 Lug 2022

In Italia lo Smart Working è entrato a regime quale forma di lavoro a tutti gli effetti da solo un paio d’anni. Nonostante il telelavoro fosse presente da molto più tempo, abbiamo sempre sviluppato e mantenuta una sorta di “scetticismo“, faticando a riconoscerlo quale parte integrante della nostra realtà lavorativa.

Poi la pandemia ci ha messi con le spalle al muro, costringendoci a distinguere tra quelle professioni che non possono prescindere dalla presenza e quelle che, invece, possono essere svolte “da casa”.

Questo rende necessarie, in primo luogo, due cose:

  1. Effettuare un salto di paradigma culturale
  2. Adeguare la materia con nuove leggi che tutelino lavoratori e aziende.

Questo in Italia. E nel resto d’Europa?

Proprio in questi giorni il Parlamento olandese ha approvato una proposta di legge per rendere il lavoro da casa un “diritto legale”, andando incontro a quella che di fatto è l’evoluzione del mondo del lavoro.

Di questo ne parla lo Psicologo e Psicoterapeuta Marco Vitiello nell’articolo su Il Fatto Quotidiano dal titolo “Smart working, in Olanda diventa un ‘diritto legale’. In Italia continuiamo a chiederci se funziona“.

Leggi qui l'articolo intero

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    30 Mag 2019
    29 Mag 2019

    Dopo decenni di studi l’OMS ha riconosciuto lo stress da lavoro o da disoccupazione (burn out) come sindrome e ha fornito le linee guida per la diagnosi.  Il burnout (ne aveva parlato Marco Vitiello in un’intervista)  è un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuto alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato nel contesto lavorativo. Il termine burnout, in inglese, significa proprio “bruciarsi”.

    Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger in uno studio del 1974. Da lì si è parlato di burnout soprattutto per le “professioni di aiuto” in ambito socio-psico-sanitario: medici, infermieri, caregiver, psicologi e tutte quelle persone che si occupano di assistenza o che sono a contatto quotidianamente con la sofferenza.

    La definizione dell’OMS burnout parla di “una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”. Tre le caratteristiche principali: “mancanza energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinismo legati al lavoro, diminuzione dell’efficacia professionale”.

    Per la prima volta, quindi, il burn out viene incluso nell’elenco ICD-11 (International Classification of Diseases) che entrerà in vigore dal 2022 e fa riferimento specificamente ai fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita.

    L’Oms, infatti, oltre a delimitare l’ambito al contesto lavorativo ha anche specificato che il burn out può essere diagnosticato solo dopo aver escluso altri disturbi come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o la depressione che possono avere dei sintomi simili.

    Cosa cambia con questo importante riconoscimento?

    Prima di questo importante riconoscimento le situazioni di stress da lavoro venivano considerate fuori dai rischi tabellati e in caso di vertenze (e relativi risarcimenti) non c’erano riferimenti specifici e il percorso di valutazione/valorizzazione del danno risultava tortuoso.
    Negli ultimi anni, da quando si parla in maniera più chiara dei rischi psicosociali sul lavoro e da quando lo stress lavoro-correlato è entrato in maniera sistematica nelle valutazioni relative alla sicurezza e salute del lavoro, si registra un cambiamento.
    Nelle dispute tra aziende e lavoratori, aumentano le sentenze a favore dei lavoratori: il diritto alla salute (Articolo 32, Costituzione) viene prima delle logiche di profitto. Viviamo un passaggio culturale importante in cui da una parte continuano le logiche produttive con obiettivi pressanti e contesti stressogeni, dall’altra si fa sempre più forte l’attenzione maggiore al benessere organizzativo e al work-life balance. Anche il welfare aziendale si sta orientando verso il benessere del singolo lavoratore, che diventa benessere (e profitto) per tutta l’organizzazione. (e non solo un dispositivo di sgravio fiscale).
    Gli psicologi del lavoro delle organizzazioni lavorano proprio in questo spazio tra la tutela e l’intervento sul lavoratore e il supporto all’organizzazione per prevenire e gestire lo stress. Questo riconoscimento dell’OMS diventa un riferimento ufficiale e solido a sostegno di queste attività legate al benessere lavorativo.
    12 Mar 2019
    21 Nov 2018

    Quali sono i meccanismi psicologici che si innescano durante i giorni del Black Friday? Perché si acquista anche se dietro non c’è un bisogno reale?

    Oggi il nostro Marco Vitiello ne ha parlato alla trasmissione Mi Manda Raitre.

    Professor Vitiello, i consumatori rischiano di fare acquisti senza averne davvero bisogno?

    Bravissimo. È proprio questo il problema perché se una persona ha bisogno di una cosa, anche rispetto al servizio che abbiamo appena visto, sta attento a questi dettagli come ha fatto il vostro inviato. Invece se è travolto da altri bisogni che le aziende, chiaramente sanno come muovere, rischia di rimanere comunque nella morsa perché è una moda. Anche i giovani su questo sono molto target. E soprattutto è anche un sentimento di rivalsa. Adesso posso comprare anch’io questa cosa inaccessibile quindi si agisce su questo livello di, appunto, stato sociale. Finalmente me lo accaparro, anche se non ne ho veramente bisogno. Questo è un po’ il rischio. E poi Friday, un giorno quindi, un principio come dire oggi o mai più. Quelle scene, lì è proprio livello di competizione umana, scatta anche la violenza alle volte.

     

    Professor Vitiello ma non è che per caso noi abbiamo bisogno di avere uno sconto per entrare in negozio. Ormai la crisi ci tiene lontani dal negozio e quindi la parola sconto ci richiama dentro un’attività commerciale, dentro un circuito di acquisto dentro il quale forse non ci saremmo normalmente, visti i tempi che viviamo.

    Assolutamente sì, perché poi, in teoria, i saldi e gli sconti sono tutti regolamentati ma queste finestre si aprono sempre di più e sembrerebbe che alla fine c’è sempre disponibilità di sconti. Quindi, in questo senso, l’appartenenza, essere dentro il circo è più forte anche della necessità vera e propria, quindi starci è inevitabile. Le persone si vogliono buttare.

     

    Addirittura è un circo che smentisce se stesso, lo abbiamo visto prima nel servizio. Il Black Friday e il Fake Friday cioè il venerdì nero e il venerdì finto, è come se avessimo bisogno di dire e di contraddirci continuamente per inseguire l’offerta più conveniente.

    Assolutamente sì, questo è anche un altro principio che le aziende conoscono bene e quindi in questa confusione, alla fine, l’utente è più, perdonate, manipolabile.

     

    I prezzi dinamici. Quando comprare cosa, secondo il giorno della settimana. Vediamo: lunedì insomma è meglio non comprare nulla, mi sembra di capire, martedì biglietti aerei e biglietti dei concerti, mercoledì le scarpe da donna oppure uno smartphone, giovedì dei passeggini, venerdì scarpe da uomo e lavatrici, un salto, come dire, sociologico non male, sabato i televisori lunedì e domenica, professor Vitiello, niente. Allora dove ci indirizziamo. Perché addirittura ci sono dei giorni in cui bisogna comprare delle cose particolari. Anche questo è un po un metterci dentro una gabbia, almeno dal punto di vista dell’agenda.

    Certo, diamo un consiglio al consumatore. È importante questo poi, anche in generale, se il bisogno non ce l’hai quel giorno e magari ne ho uno che mi converrebbe fare il martedì ma è già passato, aspetta una settimana a fare l’acquisto. Perché ripeto c’è questa impulsività di appartenere a questo circo di sconti quindi attenzione a questo. Chiaramente gli algoritmi sono anche medie statistiche e non è detto che riguardano l’individuo, proprio io personalmente.

    13 Nov 2018

    Il 9 novembre siamo stati, con Marco Vitiello, alla presentazione del libro “Stress lavoro correlato e benessere lavorativo. Manipolare con cura. Dagli aspetti giuridici a quelli psicologici, corredati da uno studio sul campo”.
    Questo lavoro nasce da una collaborazione tra realtà diverse: sindacati, università e apparati giuridici. Dalla collaborazione è emerso che una consapevolezza collettiva del problema permette di prevenire lo Stress Lavoro Correlato.
    Ripercorriamo insieme i momenti più importanti.

    Per Saperne Di Più

    8 Nov 2018
    29 Ott 2018
    15 Ott 2018
    20 Set 2018
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