La gestione adeguata del tumore negli adolescenti e giovani adulti, negli ultimi anni è stato oggetto di un acceso dibattito da parte della comunità medica che ha individuato la necessità di creare degli spazi di cura adatti alle esigenze evolutive tipiche di questa età.
La ricerca in ambito oncologico si è concentrata prevalentemente soprattutto sulla popolazione anziana (tumori e malattie cardiovascolari sono le principali cause di decesso) e sui pazienti in età infantile, ampiamente studiati, per l’elevato impatto sociale e per la specificità delle neoplasie in questa fase della crescita. La fascia di età dell’adolescenza è stata al contrario trascurata, partendo dalla convinzione che a questa età la salute è dominante. I progetti di promozione e prevenzione della salute si concentrano su aspetti legati al disagio giovanile come AIDS, incidenti stradali, abuso di sostanze.
Incidenza dei tumori in età adolescenziale
Da uno studio condotto dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), Istituto superiore di sanità (ISS) e l’Associazione per la lotta ai tumori nell’età giovanile (ALTEG) pubblicato nell’articolo: “I tumori negli adolescenti e nei giovani adulti dati epidemiologici recenti come base per le prospettive future” è emerso che ogni anno in Italia, circa 11.000 persone tra i 15 e i 39 anni, si ammalano di tumore. La frequenza con cui insorge la malattia negli uomini in Italia è abbastanza simile a quella europea e statunitense. Nelle donne il quadro è leggermente svantaggiato se confrontato con i dati europei, ma migliore rispetto a quello degli Usa dove si registrano 64 casi ogni 100.000 contro i 52 in Italia. In riferimento alla mortalità, per ambo i sessi, la situazione Italiana appare simile a quella europea e statunitense. Il tasso di incidenza più elevato si osserva in corrispondenza del tumore della mammella femminile (24,3%) e del testicolo (10,2%); seguono il melanoma, i linfomi (sia Hodgkin che non-Hodgkin), i tumori della cervice uterina, dell’ovaio, le leucemie, i tumori del colon-retto e dell’encefalo. Trascurare l’età adolescenziale ha comportato conseguenze importanti, portando ad una scarsa conoscenza dei fattori di rischio associati alle neoplasie negli adolescenti e poca attenzione sull’impatto psicologico e sociale che la malattia può avere nel processo di crescita.
Adolescent and Young Adult (AYA) Oncology
Gli anglosassoni dicono che i ragazzi che si ammalano di tumore entrano in una “no man’s land”, dalla quale escono meno bene rispetto agli adulti o ai bambini. Dato importante e sottolineato anche dall’Associazione italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP), questo aspetto ha permesso di rivedere e ripensare, oltre agli spazi di cura anche un nuovo approccio al problema. La sfida è proprio quella di pensare a una nuova disciplina, come viene chiamata dagli anglosassoni “Adolescent and young adult (AYA) oncology” aprendo la strada verso una nuova comprensione anche degli aspetti biologici, clinici e psico-sociali.
Spazi di cura adeguati all’età del paziente
Le conseguenze di queste riflessioni, da parte degli oncologi hanno stimolato l’organizzazione degli spazi di cura, ora si presta attenzione alle esigenze degli adolescenti. In Italia, il primo esempio è il CRO (Centro di Riferimento Oncologico di Aviano), ospedale in genere dedicato all’oncologia dell’adulto, ha attivato nel 2007 l’Area Giovani, per i pazienti di 14-24 anni.
Questa attenzione deve portarci a riflettere anche sull’importanza della Psiconcologia: sul sostegno psicologico, sulle attenzioni e finalità debba avere un intervento, e cominciare anche a pensare ad una formazione specifica per gli operatori.
Il paziente impara a riconoscere le proprie paure, a dare voce al dolore, quando all’interno della relazione terapeutica trova la giusta accoglienza e la giusta forza. Solo la valorizzazione di tutte le risorse disponibili nell’adolescente gli potranno permettere di riprendersi la vita e non perdersi questa importante fase dello sviluppo. e soprattutto anche pensare di arricchire delle ricerche sulle conseguenze psicosociali che la malattia potrà avere nella vita futura. Tutti siamo un po’ speciali, ma quando la vita ci pone delle sfide importanti, chiunque si trovi ad affrontarle lo è un po’ di più.

Psicologa dell’età evolutiva, Psiconcologa, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, libera professionista, con esperienza pluriennale maturata in tali ambiti. Docente del corso base di Psiconcologia, promosso da Studio Saperessere. Ha svolto attività di formazione sulla Comunicazione, sul Burn-out, sugli effetti Psicologici nei trapianti d’organo e l’Impatto della malattia Oncologica negli Adolescenti.
Nell’attività clinica, inoltre, ha effettuato interventi di psicologia dell’emergenza sulla popolazione di alcune zone dell’Abruzzo colpite dal sisma nel 2009, e dell’Emilia nel 2012 per la prevenzione del Disturbo Post- Traumatico da stress.