L’occupazione giovanile in Italia presenta una percentuale piuttosto bassa rispetto agli altri Paesi europei. Di seguito alcuni consigli dell’OdP Lazio ai giovani che si affacciano, per la prima volta, al mondo del lavoro. L’articolo, scritto dal nostro Marco Vitiello, è stato pubblicato su Leggo.

Nonostante si inizino a registrare dati confortanti per lo sviluppo economico italiano, il mercato del lavoro del nostro Paese resta in pesante ritardo. In particolare, l’Italia è fanalino di coda nell’occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni, con un tasso del 15,1% contro il 28% della Francia, il 43,8% della Germania, il 48,8% del Regno Unito e il 17,7% della Spagna.
Questa difficoltà, oggettiva e “di sistema” richiede una reazione psicologica individuale. Se ciascuno di noi non può pensare di modificare lo scenario globale, può tuttavia produrre dei cambiamenti nel proprio “universo di riferimento”, tali da innescare una reazione positiva. Ecco alcuni suggerimenti generali, tenendo conto del fatto che ogni persona ha poi un suo profilo specifico.
Oggi più che mai è difficile individuare il settore lavorativo “sicuro”: per quanto riguarda la scelta del percorso di studio, dunque, meglio puntare su ambiti gratificanti e capaci di valorizzare appieno le nostre attitudini, piuttosto che sui settori più ricchi di sbocchi occupazionali solo in linea teorica. Inoltre, va riservata particolare attenzione alla scelta della scuola e dell’università, verificandone con particolare scrupolo il valore formativo.
Come capita di ascoltare spesso, è importante affacciarsi sul mondo del lavoro appena possibile. Fare esperienza anche durante gli studi può essere utile non solo per capire meglio cosa può riservarci il futuro, ma anche per comprendere quali possono essere le situazioni e le relazioni più utili a generare opportunità in linea con le nostre vere ambizioni.
Ovviamente è auspicabile avere il più chiaro possibile quali siano le nostre passioni e attitudini. Per acquistare maggiore consapevolezza, accanto al contributo dell’esperienza diretta, può essere utile ricorrere a un adeguato servizio di orientamento al lavoro, inteso come supporto al progetto di vita professionale.
In generale occorre preoccuparsi di sviluppare al meglio, affinandole nelle esperienze lavorative, quelle competenze cosiddette “trasversali”. Si tratta di competenze applicabili in qualsiasi contesto lavorativo, quindi particolarmente utili in un momento di instabilità lavorativa come quello attuale. Tra le altre, saper interagire e comunicare efficacemente con gli altri, per poter lavorare sinergicamente in un gruppo di lavoro; sviluppare la capacità di gestire e risolvere situazioni problematiche; imparare a svolgere il proprio ruolo assumendo una prospettiva diversa, come se quel ruolo fosse la propria impresa.
Attenzione, però: queste competenze non si apprendono solo sui libri. Meglio orientarsi quindi su sistemi formativi di buon valore e articolati, che prevedano project work, esperienze pratiche guidate, tirocini e stage anche all’estero. In questo modo, saremo in grado di affrontare il mondo del lavoro con più consapevolezza, competenze e strumenti.