La lettera di Raffaele Cantone, presidente dell’A.N.AC., al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha scatenato un dibattito sulla natura giuridica dei Fondi interprofessionali e sulle modalità attraverso cui accedere ai finanziamenti alla formazione continua da parte delle imprese.

Ma, ripercorriamo insieme le tappe di questo ping pong istituzionale

15 Gennaio 2016: lettera del presidente dell’A.N.AC. al Ministero del Lavoro

Lo scorso 15 gennaio Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha inviato una lettera a Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in cui sostiene la necessità di applicare il codice dei contratti pubblici ai Fondi interprofessionali per la formazione continua.

In sintesi, l’A.N.AC. chiede che i Fondi interprofessionali vengano considerati come organismi di diritto pubblico e, in conseguenza di ciò, siano obbligati ad applicare le procedure di aggiudicazione previste dal Codice di Contratti Pubblici, sia nel momento in cui selezionano i propri fornitori sia quando procedono all’affidamento di contratti di formazione professionale in favore delle aziende beneficiarie.

Inoltre, afferma Cantone, i Fondi dovranno essere sottoposti al controllo congiunto dell’authority anticorruzione e del Ministero del Lavoro, che già da tempo vigila sulle modalità di gestione delle risorse per la formazione continua amministrate dai Fondi.

29 Gennaio 2016: reazione di Confindustria e sospensione dei finanziamenti sui nuovi piani formativi

La proposta avanzata dall’A.N.AC ha provocato uno scossone nel mondo della formazione professionale in azienda. Il 29 gennaio 2016 Fondimpresa – fondo creato da Confindustria e dalle più importanti sigle sindacali nazionali – ha annunciato la sospensione dell’approvazione dei finanziamenti ai piani formativi in attesa di chiarimenti da parte del Ministero del Lavoro. Insieme a Fondimpresa anche altri Fondi interprofessionali, tra cui Fon.Coop e Fondirigenti, hanno temporaneamente sospeso a titolo cautelativo l’accesso ai finanziamenti per i piani di formazione aziendale.

Dura è stata la reazione di Confindustria alla proposta di Cantone: «è intollerabile che il sistema produttivo sia attaccato sui fondi professionali che da anni utilizziamo per lo sviluppo delle competenze dei nostri lavoratori», ha dichiarato Domenico Annibale, vice presidente di Confindustria Cuneo, «grazie a questi strumenti abbiamo implementato le competenze sulla sicurezza, internazionalizzato e innovato per rimanere competitivi». (http://goo.gl/ku3CpR)

Il motivo principale dell’opposizione alla proposta dell’A.N.AC. è ben sintetizzato dalle parole del consigliere delegato per la formazione di Confindustria Veneto Marina Beggio: «Se confermata, la natura pubblica dei fondi andrebbe a complicare di non poco l’accesso alle risorse, introducendo un ulteriore appesantimento burocratico a carico delle nostre imprese e scoraggiandole all’utilizzo di queste risorse. La sospensione dell’attività di Fondimpresa sta creando una situazione di stallo e incertezza che le aziende non possono permettersi». (http://goo.gl/kwbdTF)

18 Febbraio 2016: Circolare del Ministero del Lavoro

La risposta da parte delle Istituzioni è arrivata attraverso una Circolare ministeriale datata 18 febbraio 2016. In essa, vengono definite le linee guida per consentire il corretto svolgimento delle procedure operative necessarie affinché le imprese italiane possano continuare ad utilizzare i Fondi come strumento per finanziare la formazione dei propri dipendenti e aumentare la propria competitività sul mercato.

I Fondi interprofessionali dovranno applicare il codice degli appalti pubblici solo per l’acquisizione di beni e servizi finalizzata a rispondere a un proprio fabbisogno interno. Dunque, i finanziamenti per la formazione continua erogati da Fondi interprofessionali continueranno ad essere amministrati direttamente dagli stessi attraverso procedure selettive di valutazione tecnica, sotto la costante sorveglianza del Ministero.

In conclusione, le modalità di accesso ai finanziamenti alla formazione continua dei lavoratori non cambiano: le imprese potranno continuare a versare il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria” (pari allo 0,30% dei contributi versati all’INPS) a Fondi interprofessionali, destinandolo alla formazione dei propri dipendenti, e richiedere, senza ulteriori mediazioni, i finanziamenti necessari all’avvio dei percorsi formativi.

Crescita economica e competitività con i fondi interprofessionali

La rapidità dell’intervento delle istituzioni nella vicenda è comprensibile alla luce della strategia comunitaria e nazionale di promozione della formazione continua dei lavoratori. Nella circolare ministeriale viene sottolineata diverse volte l’importanza dell’attività di sostegno alla formazione continua messa in atto dai Fondi per mezzo delle società di consulenza e formazione professionale dislocate sul territorio nazionale.

Studio Saperessere, continua nello sforzo di proporre sul territorio nazionale un’offerta formativa di qualità, in grado di rispondere e intercettare le richieste delle aziende in un’ottica di valorizzazione delle competenze del capitale umano impiegato nelle imprese nazionali, quale strumento per superare l’attualecrisi economica e occupazionale in cui versa il nostro Paese.

Le aziende iscritte ai Fondi Interprofessionali ancora oggi manifestano principalmente esigenze formative legate ai processi di adeguamento normativo in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e contemporaneamente chiedono supporto sulle tematiche dell’innovazione tecnologica e gestionale.

Studio Saperessere è quindi ancora oggi impegnato su più fronti: da una parte sostiene le aziende nella richiesta di voucher aziendali per lavoratori neo assunti e/o per i propri dipendenti o dirigenti per rafforzare le competenze dei lavoratori e favorire processi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, con l’acquisizione di nuove competenze professionali o l’aggiornamento di quelle possedute; dall’altro lato promuove la presentazione di progetti aziendali o settoriali, tramite lo strumento del Conto Aggregato (Direct Learning di FonARCom), del Conto Formativo Aziendale, o degli Avvisi per sostenere e innescare processi volti al miglioramento della competitività dei territori e a favorire l’innovazione di prodotto e di processo, integrando altre linee di finanziamento e comunitarie dirette e indirette (FSE e FESR).

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