Sanità e web. Come Internet ha cambiato il modo di essere medico e malato in Italia

È indubbio che la rivoluzione informatica ha profondamente modificato la nostra vita, determinando cambiamenti sociali assimilabili a quelli provocati dall’invenzione della ruota o della stampa. Oggi non vi è aspetto della quotidianità che non sia pervaso da un nuovo stile di comunicazione rapido, diffuso, esteso, conciso e, nello stesso tempo, ridondante, tale da condizionare socialmente i rapporti tra gli uomini. Assistiamo a una trasformazione così profonda del nostro vissuto di uomini contemporanei che induce quasi a una sorta di mutazione antropologica; siamo sempre più immersi in una rete di connessioni e sempre più isolati nella globalizzazione dei costumi.

La medicina e la sanità, che è l’insieme dei modi e dei mezzi con cui si organizza e opera la scienza medica, non potevano restare indenni rispetto alle grandi novità dell’informatica. Non si tratta soltanto di utilizzare al meglio le sofisticate innovazioni strumentali sul piano diagnostico e terapeutico, ma di ridisegnare i percorsi dei pazienti alla luce delle nuove, straordinarie possibilità di raccolta e trasmissione dei dati. L’informatica inoltre condiziona l’insegnamento, l’informazione del medico e del paziente, oggi divenuto esigente fruitore di notizie acquisite su Internet e quindi giudice attento delle competenze del medico.

Oggi la telemedicina si afferma come supporto insostituibile nella sanità. Sia che consenta di seguire il paziente a distanza controllandone e monitorandone i parametri vitali, sia che permetta di comunicare tra medici e pazienti e di trasmettere immagini che così possono essere lette e riesaminate a distanza, sia che offra su un minuscolo schermo percorsi clinici, assistenziali o formativi riducendo rischi e possibili errori, comunque i medici non possono farne a meno e l’uso degli strumenti informatici ormai è connaturato all’esercizio della professione. Altresì il tanto criticato paziente informatizzato, che spesso si erge a giudice di un medico sempre più perplesso, costringe tuttavia il medico stesso a tenersi aggiornato. Il computer non è soltanto uno strumento più comodo della penna o del ricettario, ma rappresenta un nuovo stimolo cognitivo. Purché si abbia ben chiaro che è sempre il cervello dell’uomo che muove lo strumento informatico e ne fa un potente amplificatore delle proprie qualità fisiche e intellettuali, ma mai un sostituto della propria intelligenza critica.