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Benessere Lavorativo

25 Lug 2022

In Italia lo Smart Working è entrato a regime quale forma di lavoro a tutti gli effetti da solo un paio d’anni. Nonostante il telelavoro fosse presente da molto più tempo, abbiamo sempre sviluppato e mantenuta una sorta di “scetticismo“, faticando a riconoscerlo quale parte integrante della nostra realtà lavorativa.

Poi la pandemia ci ha messi con le spalle al muro, costringendoci a distinguere tra quelle professioni che non possono prescindere dalla presenza e quelle che, invece, possono essere svolte “da casa”.

Questo rende necessarie, in primo luogo, due cose:

  1. Effettuare un salto di paradigma culturale
  2. Adeguare la materia con nuove leggi che tutelino lavoratori e aziende.

Questo in Italia. E nel resto d’Europa?

Proprio in questi giorni il Parlamento olandese ha approvato una proposta di legge per rendere il lavoro da casa un “diritto legale”, andando incontro a quella che di fatto è l’evoluzione del mondo del lavoro.

Di questo ne parla lo Psicologo e Psicoterapeuta Marco Vitiello nell’articolo su Il Fatto Quotidiano dal titolo “Smart working, in Olanda diventa un ‘diritto legale’. In Italia continuiamo a chiederci se funziona“.

Leggi qui l'articolo intero

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    24 Feb 2021
    Balance your life

    Benessere organizzativo e nuove esigenze

    In quest’ultimo anno ce lo siamo detti tantissime volte: sono cambiate le abitudini di tutti noi. In particolare, ci siamo dovuti adattare a nuove modalità lavorative iniziando ad usare un termine per definirle che fino a poco fa era alla portata di pochi: lo “Smart Working”.

    Ci siamo confrontati con nuove modalità di comunicazione, cooperazione e nuovi processi di lavoro. Inoltre, spesso è diventato difficile riuscire a coniugare vita privata e lavorativa a causa della mancanza di una suddivisione netta degli spazi e dei tempi lavorativi da quelli personali. Tutto questo contribuisce ad aumentare il senso di affaticamento e stress, portandoci a tralasciare tutti quei comportamenti che dovrebbero mirare a salvaguardare e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori.

    A partire da queste considerazioni abbiamo sviluppato, grazie alla consulenza per un prestigioso studio legale, un modello che ben si poggia sui valori di proattività e collaborazione propri dello Smart Working.

    In particolare, le fasi consulenziali hanno previsto un questionario costruito ad hoc per i dipendenti per indagare quali fattori collegati allo Smart Working provocano malessere e disagio, l’analisi dei risultati ha permesso di suddividere in cluster i fattori maggiormente emersi che sono stati oggetto di approfondimento durante il ciclo di Webinar che ha visto partecipe la dirigenza.

    Questo coinvolgimento ha permesso di ripensare e ricostruire insieme una comunità di pratiche utili all’identificazione con la propria azienda e adatte al miglioramento dei processi di lavoro. Infine, un questionario finale ha permesso di stabilire se vi è stata una riflessione sui temi “caldi” portati dai lavoratori per una ricalibrazione delle modalità di lavoro.

    Se sei interessato anche tu ad approfondire i temi di benessere organizzativo propri della tua azienda per migliorare le prestazioni lavorative, se sei convinto che in questo periodo di cambiamento vi sia necessità di ripensare alle modalità lavorative, se credi che il benessere dei tuoi dipendenti e della tua azienda sia importante, puoi richiedere maggiori informazioni chiamandoci allo 06.5131400, scrivendo all’indirizzo e-mail info@saperessere.com o compilando il form in basso.




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      18 Nov 2019

      Intervista a Marco Vitiello

      In una intervista della rivista Senzafiltro, Marco Vitiello ci spiega in che modo è bene comunicare e come un buon rapporto con l’uso delle parole possa fare la differenza sul lavoro e nella vita.
      “Le parole sono importanti”.
      Come Nanni Moretti lo sottolinea, sebbene con toni urlanti, in una ormai nota citazione in “Palombella rossa”, così Marco Vitiello, Manager director di Saperessere, con toni più pacati, sottolinea il valore di una comunicazione distesa, fatta di termini positivi, soprattutto in azienda.
      Avere un grande capo significa anche imparare da lui a scegliere le parole più appropriate. Per beneficiare di un uso della verbalità che fa bene alle risorse oltre che ai processi di lavoro.
      L’articolo completo è disponibile cliccando qui
      9 Set 2019

       

      Stress da rientro. Non una sindrome ma un insieme di sintomatologie da imparare a riconoscere e tenere sotto controllo con qualche piccolo accorgimento. Accompagnando il ritorno al lavoro dopo la pausa delle ferie con una gradualità nella ripresa della routine lavorativa.
      I consigli di Marco Vitiello nell’intervista ADN Kronos.

      30 Mag 2019
      29 Mag 2019

      Dopo decenni di studi l’OMS ha riconosciuto lo stress da lavoro o da disoccupazione (burn out) come sindrome e ha fornito le linee guida per la diagnosi.  Il burnout (ne aveva parlato Marco Vitiello in un’intervista)  è un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuto alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato nel contesto lavorativo. Il termine burnout, in inglese, significa proprio “bruciarsi”.

      Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger in uno studio del 1974. Da lì si è parlato di burnout soprattutto per le “professioni di aiuto” in ambito socio-psico-sanitario: medici, infermieri, caregiver, psicologi e tutte quelle persone che si occupano di assistenza o che sono a contatto quotidianamente con la sofferenza.

      La definizione dell’OMS burnout parla di “una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”. Tre le caratteristiche principali: “mancanza energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinismo legati al lavoro, diminuzione dell’efficacia professionale”.

      Per la prima volta, quindi, il burn out viene incluso nell’elenco ICD-11 (International Classification of Diseases) che entrerà in vigore dal 2022 e fa riferimento specificamente ai fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita.

      L’Oms, infatti, oltre a delimitare l’ambito al contesto lavorativo ha anche specificato che il burn out può essere diagnosticato solo dopo aver escluso altri disturbi come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o la depressione che possono avere dei sintomi simili.

      Cosa cambia con questo importante riconoscimento?

      Prima di questo importante riconoscimento le situazioni di stress da lavoro venivano considerate fuori dai rischi tabellati e in caso di vertenze (e relativi risarcimenti) non c’erano riferimenti specifici e il percorso di valutazione/valorizzazione del danno risultava tortuoso.
      Negli ultimi anni, da quando si parla in maniera più chiara dei rischi psicosociali sul lavoro e da quando lo stress lavoro-correlato è entrato in maniera sistematica nelle valutazioni relative alla sicurezza e salute del lavoro, si registra un cambiamento.
      Nelle dispute tra aziende e lavoratori, aumentano le sentenze a favore dei lavoratori: il diritto alla salute (Articolo 32, Costituzione) viene prima delle logiche di profitto. Viviamo un passaggio culturale importante in cui da una parte continuano le logiche produttive con obiettivi pressanti e contesti stressogeni, dall’altra si fa sempre più forte l’attenzione maggiore al benessere organizzativo e al work-life balance. Anche il welfare aziendale si sta orientando verso il benessere del singolo lavoratore, che diventa benessere (e profitto) per tutta l’organizzazione. (e non solo un dispositivo di sgravio fiscale).
      Gli psicologi del lavoro delle organizzazioni lavorano proprio in questo spazio tra la tutela e l’intervento sul lavoratore e il supporto all’organizzazione per prevenire e gestire lo stress. Questo riconoscimento dell’OMS diventa un riferimento ufficiale e solido a sostegno di queste attività legate al benessere lavorativo.
      13 Nov 2018

      Il 9 novembre siamo stati, con Marco Vitiello, alla presentazione del libro “Stress lavoro correlato e benessere lavorativo. Manipolare con cura. Dagli aspetti giuridici a quelli psicologici, corredati da uno studio sul campo”.
      Questo lavoro nasce da una collaborazione tra realtà diverse: sindacati, università e apparati giuridici. Dalla collaborazione è emerso che una consapevolezza collettiva del problema permette di prevenire lo Stress Lavoro Correlato.
      Ripercorriamo insieme i momenti più importanti.

      Per Saperne Di Più

      8 Nov 2018
      29 Ott 2018
      15 Ott 2018
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