L’apprendimento, secondo la definizione proposta dallo psicologo Ernest Hilgard (1971), è un “processo intellettivo attraverso cui l’individuo acquisisce conoscenze sul mondo che, successivamente, utilizza per strutturare e orientare il proprio comportamento in modo duraturo.” L’apprendimento può essere il risultato di processi spontanei, come avviene nei bambini, ad esempio con il linguaggio, o può essere indotto e guidato mediante un intervento esterno di insegnamento.
La psicologia e la pedagogia si sono interessate spesso ai processi di apprendimento, producendo numerose e differenti teorie interpretative, (Cfr. Hilgard, 1971; Hilgard – Bower, 1971; Legrenzi, 1980; Knowles, 1993) classificate in relazione alle grandi scuole della psicologia del Novecento, che possiamo così sintetizzare:
Il comportamentismo ha alla base una concezione associazionista, ovvero intende l’apprendimento come risultato di associazioni nuove tra stimoli e comportamenti in risposta agli stimoli stessi. In tale approccio vi è una concezione di tipo sommatorio dell’apprendimento che vede il soggetto come essenzialmente passivo.
Ciò che viene appreso è una copia dello stimolo presentato e pertanto l’apprendimento può essere da una parte, misurato confrontando il comportamento acquisito dopo la situazione di apprendimento con quello presente precedentemente, e dall’altra può essere valutato secondo i criteri della quantità e dell’accuratezza della performance.
Le premesse comportamentiste appaiono compatibili in linea generale con le caratteristiche empiriche dei sistemi di formazione a distanza (istruzione programmata di Skinner, 1954, e programmazione ramificata di Crowder, in Hilgard – Bower, 1971), in quanto in questi sistemi è implementabile un processo formativo che invita il discente a fissare i propri obiettivi di apprendimento e a verificare durante il percorso didattico il loro raggiungimento (mediante indicatori di apprendimento). Inoltre, i docenti possono affiancare a tale metodologia di valutazione soggettiva una valutazione oggettiva. Affinché il processo formativo risulti efficace e coerente è necessaria quindi l’introduzione di feedback a più livelli per la durata del corso, che assicurino la misurazione del grado di apprendimento.
Pertanto, molte delle caratteristiche coerentemente riconducibili alla teoria comportamentista dell’apprendimento sono praticabili nei moderni ambienti di e-learning, soprattutto per ciò che concerne la produzione e la strutturazione di contenuti e materiali didattici multimediali, seguendo un paradigma di produzione per Learning Object (ad esempio nei tutoriali per l’apprendimento di software).
L’approccio cognitivista prende distanza dai modelli comportamentisti spostando l’attenzione dal concetto di associazione a quello di soggetto attivo nell’elaborazione della realtà circostante, dando pertanto maggior rilievo ai processi interni di elaborazione e rappresentazione.
Se nella prospettiva comportamentista l’apprendimento viene studiato attraverso il comportamento manifesto e trattato come un fenomeno ‘unitario’, nella nuova prospettiva cognitivista si osserva una frammentazione dell’ambito di indagine e l’apprendimento viene ridefinito in relazione alle diverse componenti cognitive coinvolte. In particolare, si verifica una forte associazione tra lo studio dell’apprendimento e quello della memoria, in quanto, per poter imparare, è innanzitutto necessario saper codificare, immagazzinare, integrare e ricordare un set d’informazioni.
Quindi, dal momento che le informazioni vengono processate dapprima dai sensi e successivamente dalla memoria, la progettazione dei contenuti formativi deve tener conto della necessità di assicurare tale trasferimento nel modo più efficace possibile. Quando infatti tale trasferimento non avviene immediatamente, l’informazione viene persa.
Il quantitativo d’informazione che può essere immagazzinata nella memoria è funzione di due fattori:
Questa impostazione anche nella teoria del Multimedia Learning e della Cognitive Load Theory (Teoria del carico cognitivo).
I costruttivisti ritengono che nel processo di apprendimento il discente assume un ruolo centrale mentre il progettista/docente assume invece un ruolo marginale, volto a facilitare il completarsi di tale processo. Sulla base di questa impostazione il progettista didattico dovrà elaborare e pensare un percorso didattico improntato sul discente e in cui pertanto il discente stesso sia parte attiva del processo di conoscenza: ne consegue che è essenziale l’inserimento di notevoli attività pratiche, simulazioni strutturate e destrutturate che stimolino la creatività e il formarsi di un proprio sapere sull’argomento oggetto del corso.
Il discente acquisirà le informazioni anche dalla condivisione con i colleghi coinvolti nel percorso formativo, facendo leva sulle osservazioni e sui saperi dei propri compagni di corso; potrà contribuire così al formarsi (alla co-costruzione) di un sapere collettivo.
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